Ronin di Frank Miller è un fumetto strano.
nel senso che io l’ho letto due vole e non l’ho capito.
però ogni volta mi lascia quel piacevole senso di disagio e sconforto
che di solito ti da la droga, la ragazza che ti lascia o l’inquietudine per il futuro,
ma stando comodamente seduto sulla poltrona.
i disegni sono bellissimi,
ci sono tavole enormi di silenzio assoluto.
in caso di un duello con un feticista del fumetto
è importante avere un arma come Ronin da usare.
lo potete trovare probabilmente in biblioteca se vivete in una città figa,
farvelo prestare da qualcuno,
leggerlo a scrocco in fumetteria
o comprarlo su amazon.it
miller è uno di quelli che puoi inseguire, andando a scavare nella loro biografia e nella storia personale raccontata attreverso i suoi libri, o meglio le sue trame. Ronin trae spunto dalle leggende dei samurai “neri” cioè che hanno perso il padrone. Già il fatto che uno schiavo guerriero resti schiavo anche dopo la morte del padrone, con un’etichetta apposita, basterebbe per avere ore di cui parlare. Il punto di ronin è che in quegli anni miller era probabilmente allucinato dalla contemporaneità e soprattutto dalla singolarità. La Singularity è quel momento in cui l’intelligenza artificiale diventerà senziente, per riassumerla, capace di decidere cosa è buono e cosa è cattivo. purtroppo però miller era anche affascinato (come tutti) dal giappone medievale, dalle katane, dall’onore e dall’integrità morale, cosa che ha necessitato di salti nel tempo e il dover resuscitare uno spirito schiattato da anni giusto per vedere che effetto fa un cavallo che corre per le strade della città. confermo ronin è spesso un casino.
Ma appunto, miller va inseguito per le sue perle inarrivabili, per i suoi tentativi coraggiosi falliti e per la sua voglia di raccontare l’idea di una sera venuta per caso bevendo con gli amici.
sempre che miller abbia ancora amici.
Amici che forse stanno tutti nella classifica dei 20 migliori scrittori di fumetti di sempre. Classifica che sottoscrivo, con l’imperatore Moore che ancora oggi mi inquieta, incuriosisce e annoia, tutto allo stesso tempo.
grazie per l’analisi.
non sono d’accordo sulla 18a posizione di warren ellis nella classifica dei 20 miglior scrittori di fumetti. sicuramente va messo nella top ten, a costo di mettere 11 persone nella top ten