Elenco di business quasi legali

Questo post è un follow up all’articolo di Stefano sulla multa a Ebay

cosa ne pensi di chi impronta larga parte del suo business sullo sfruttare diritti altrui?

Propongo una serie di esempi di sfruttamenti parziali dell’illegalità dalla scala microscopica (pre e after digital divide) a quella macroscopica.

esempio: Oink, piattaforma webbased per scambio di torrent, chiedevano un fee per l’ingresso, ideatore trovato, arrestato e messo sotto processo (UK)

altro esempio: RapidShare: servizio webbased per scambio di files, ufficialmente piattaforma di scambio files legali, in pratica un intero business model fondato sul “ti lascio i files online fin che non li scopriamo, poi li togliamo”. Che in pratica, dal lato utente questo si traduce in: puoi condividere files protetti da copyright, sbrigati a dare il link per scaricare ai tuoi amici. Attualmente Online, (come megaupload, badongo, zhshare e decine di altri..)

altro esempio: Emule, totalmente free, P2P che permette anche scambio di files coperti da copyright e illegali, al momento tollerato e in funzione (di fatto piattaforma a cavallo del digital-divide per distribuire software a quelli che comunque non lo acquisterebbero)

altro esempio: eBay: permetteva vendita di oggetti taroccati, sui quali prendeva il classico fee per l’asta, forse multone.

altro esempio: Gmail, posta elettronica gratuita, fonda il successo sulla capacità illimitata di condivisione di files, mai nessun controllo effettuato su tanti contenuti protetti da copyright (causa privacy lato utente) che ogni giorno vengono scambiati dagli utenti.

altro esempio: Google… motore di ricerca, se usato correttamente è il portale d’accesso principale per tutto il mondo underground e paradisi senza legge.